La nostra è un’epoca contorta per quanto riguarda l‘età pensionabile: non c’è una legge stabile che garantisca una differenza tra i lavori, tra quelli più usuranti e quelli che invece sono meno problematici. Per questo si tratta di un tema molto discusso, specialmente quando si avvicina la fine dell’anno e si iniziando a delineare le novità per quello successivo.
Una sorte di resoconto annuale, che aiuta a capire come ci si potrebbe muovere per migliorare le cose. Ma per il 2025, cosa c’è in serbo sotto il profilo pensionistico? Sicuramente non ci saranno eccezioni di grande impatto, senza grandi cambiamenti ovviamente, perché questi potrebbero davvero influire profondamente sulla vita lavorativa e sul futuro pensionistico di milioni di persone.
Come funzionano al momento le pensioni in Italia?
Attualmente il sistema pensionistico si basa principalmente su un modello contributivo, introdotto nel 1995, che si calcola tenendo conto dei contributi versati durante gli anni di lavoro, a cui collegare la retribuzione e la continuità lavorativa. Inoltre, l’età pensionistica è fissata a 67 anni per la pensione di vecchiaia, purché il lavoratore abbia accumulato anche 20 anni di contributi.
Tuttavia, ci sono anche altre modalità di accesso alla pensione, come la pensione anticipata, che consente di ritirarsi dal lavoro indipendentemente dall’età anagrafica una volta raggiunti i 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. A questa si aggiunge anche la cosiddetta Quota 100, sostituita con la Quota 102 o Quota 103, che alzano progressivamente l’età minima di accesso e i requisiti contributivi rispetto al passato.
Ma cosa c’è in previsione per il 2025?
La speranza a cui si aggrappano milioni di italiani in prossimità della pensione, ma non solo, è che finalmente ci sia una maggiore uniformità per quanto riguarda le prerogative, ma soprattutto si richiede che ci sia anche un bilanciamento tra le aspettative di vita e la variabile chiave dell’età pensionabile. Ecco cosa si sta discutendo negli ultimi anni e cosa ci si attende che possa essere messo in atto a breve:
- adeguamento all’aspettativa di vita
- pensioni flessibili e nuove quote
- maggiori agevolazioni per lavori annosi e usuranti
- proroga Opzione Donna
- misure per i giovani
Per Opzione Donna, in particolare, ci si riferisce a una misura introdotta nel sistema previdenziale italiano per consentire alle donne di andare in pensione anticipata rispetto ai requisiti standard. Si richiede che si abbiano 60 anni, con 35 di contributi versati, a cui aggiungere l’accettazione di un assegno calcolato esclusivamente con il metodo contributivo.
Per misure a favore dei giovani, si intende andare a tutelare la categoria più vulnerabile al momento all’interno del sistema italiano. A causa delle barriere lavorative precarie, delle discontinuità contributive e gli ingressi tardivi nel mondo del lavoro, molti giovani rischiano di non maturare pensione nel futuro: questo deve corrispondere assolutamente a un cambiamento di rotta, che punti a poter riscattare i periodi di studio e a garantire pensioni minime ma molto più dignitose di quelle di cui disponiamo oggigiorno.